Domenica 9 febbraio 2025: sulla Tua parola

Avere la vita attraversata da Cristo significa, infatti, vedere sconvolta la propria storia e i propri progetti. Quando quei pescatori di Galilea trovano Gesù sulla spiaggia del lago e sentono la sua chiamata, “tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono” (Lc 5,11). È una svolta radicale che non ammette esitazioni e incammina su una strada irta di difficoltà, ma molto liberante: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24).

Quando incrocia la vita di una persona, Cristo inquieta la sua coscienza, legge nel suo cuore, come accade con la Samaritana, alla quale dice “tutto quello che ha fatto” (cfr Gv 4,29). Soprattutto fa sbocciare il pentimento e l’amore, come avviene per Zaccheo che dà la metà dei suoi beni ai poveri e restituisce il quadruplo di quanto ha frodato (cfr Lc 19,8). Così succede pure alla peccatrice pentita alla quale vengono perdonati i peccati “perché molto ha amato” (Lc 7,47) e all’adultera che non è giudicata ma esortata a condurre una nuova esistenza lontana dal peccato (cfr Gv 8,11). L’incontro con Gesù è simile a una rigenerazione: dà origine alla creatura nuova, capace di un vero culto, che consiste nell’adorazione del Padre “in spirito e verità” (Gv 4,23-24).

Incontrare Cristo sul sentiero della propria vita significa spesso trovare la guarigione fisica. Ai suoi stessi discepoli Gesù affiderà la missione di annunziare il regno di Dio, la conversione e il perdono dei peccati (cfr Lc 24,47) ma anche di curare gli infermi, liberare da ogni male, consolare e sostenere. Infatti, i discepoli “predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano” (Mc 6,12-13). Cristo è venuto per cercare, incontrare e salvare l’uomo intero.

La venuta di Cristo in mezzo a noi persegue lo scopo di condurci al Padre. Infatti, “Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv 1,18). Questa rivelazione storica, compiuta da Gesù con gesti e parole, ci raggiunge profondamente attraverso l’azione interiore del Padre (cfr Mt 16,17; Gv 6,44-45) e l’illuminazione dello Spirito Santo (cfr Gv 14,26; 16,13).

San Giovanni Paolo II, Papa (09.08.2000)