Leggi le Letture della Domenica
Esultiamo! Oggi è la festa nostra, la festa della Chiesa, la festa della continuazione dell’opera di Cristo, la festa della diffusione dell’economia messianica nel tempo e nel mondo, la festa del Corpo mistico di Cristo, a cui noi tutti abbiamo la somma fortuna di appartenere, la festa che celebra la duplice, ineffabile comunione; comunione con Cristo e comunione fra noi, la festa dello Spirito Santo. Si, esultiamo. Lasciamo questa volta che i nostri cuori siano invasi dall’entusiasmo e dall’ebbrezza della pace e del gaudio, che sono propri della nostra sorte di credenti e di viventi in virtù dell’animazione dello Spirito Santo! Dio volesse che noi ne avessimo oggi (e domani, ricordando questo giorno benedetto) qualche intima esperienza, qualche pienezza spirituale, qualche vibrazione di quella testimonianza interiore, che ci assicura della nostra figliolanza adottiva di Dio (cf. Rm. 8,16) e che così dentro ci parla da renderci abili a dare poi noi stessi testimonianza a Cristo (cf. Io. 15,26-27).
Festa dello Spirito Santo, festa della Chiesa. Nel turbine gaudioso di pensieri, che la Pentecoste suscita in chi la ripensa e la rivive, fermiamo un istante le nostre menti su questi due aspetti del mistero beato. Il mistero è uno solo, come ora dicevamo; il mistero della permanenza di Gesù Cristo sulla terra, nell’umanità, nella storia, nella nostra realtà temporale, dopo ch’Egli è scomparso dalla scena di questo mondo, quando Egli, «dopo la sua passione, si fece vedere redivivo con prove manifeste della sua risurrezione» (Act. 1, 3), e quindi «fu assunto» al cielo, «dopo aver dato per mezzo dello Spirito Santo i suoi ordini agli apostoli che egli aveva eletti», e aver loro annunciato: «Voi riceverete forza di Spirito Santo, quando verrà su di voi; e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e la Samaria, e fino alle estremità della terra» (Act. 1, 2-8). Gesù assente, come aveva promesso, sarà presente mediante «un altro Paraclito (cioè un altro difensore), perché rimanga per sempre con voi, lo Spirito cioè della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede, né lo conosce, ma voi lo conoscerete, perché dimorerà in voi, e sarà in voi. Io non vi lascerò orfani» (Io. 14, 16-18).
San Paolo VI, Papa (Omelia 25.05.1969)