Martedì 22 aprile la Cattedrale di Molfetta si è riempita dell’affetto e della mestizia, così come della speranza e della gratitudine di quanti – e sono stati tantissimi – hanno partecipato alla veglia di preghiera per il defunto papa Francesco, presieduta da Mons. Cornacchia.
Nella luce della Pasqua è stato il titolo dato alla veglia approntata dall’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana, perché anche se queste ore ci sembrano buie e sospese, senza un punto di riferimento, non sono certamente senza orizzonte. Tutto, anche la morte, ci chiede di guardare oltre e di avere la certezza che il Padre ci accoglierà nelle sue braccia misericordiose. «Queste mani di misericordia trovino la sua lampada accesa con l’olio del Vangelo che egli ha sparso e testimoniato durante la sua vita» ha letto il Vescovo nella monizione introduttiva della veglia.

Il brano biblico di accompagnamento e riflessione è stato tratto dal vangelo di Giovanni e fa riferimento alla resurrezione di Lazzaro. L’amico di Gesù è morto da 4 giorni, sua sorella Marta sconvolta – come tanti che erano lì a piangere la sua scomparsa – è anche arrabbiata verso il Maestro, che è stato lontano e non ha potuto salvare il fratello a cui Lui stesso era molto affezionato. Persino Gesù si commuove e piange, il dolore non gli è estraneo. Ma l’amore di Dio va oltre e il Padre sa come agire. La fede salva, salva quanti credono al di là di ogni logica e fenomeno umanamente comprensibile. E così Lazzaro torna alla vita.
Nella prima parte della veglia è stato proiettato anche un video con la voce di papa Francesco, in cui invita a sperare sempre, a non arrendersi, perché «in questo mondo il primo miracolo che Dio ha fatto è che ha messo nelle nostre mani la grazia di nuovi prodigi. Tutto nasce per fiorire in una eterna primavera» e poi l’incoraggiamento a costruire, rialzarsi e quando ci si sente vuoti, chiedere a Dio la grazia di riempirlo. E ancora «ama le persone, amale, ad uno ad uno, soprattutto, sogna. Non avere paura di sognare. Dio è tuo amico, impara dalla meraviglia, coltiva lo stupore. Vivi, ama, sogna, credi e con la grazia di Dio non disperare mai».

Mons. Cornacchia ha rimarcato lo stupore nel vedere le immagini di papa Francesco al balcone, nella Domenica di Pasqua, ultima uscita, così come nei giorni prima la sua volontà di andare a far visita ai detenuti o a salutare l’icona di Maria Salus Populi Romani. E inoltre «erano trascorse poche ore dall’anniversario della sua visita qui a Molfetta, nel 2018» e quindi ha espresso il desiderio «che non cadesse nella dimenticanza ciò che noi abbiamo vissuto, ciò che questo pontefice ha detto e ha fatto e soprattutto ha testimoniato. Tante volte abbiamo avuto l’occasione sicuramente di sentire il suo messaggio, i suoi discorsi, la sua voce. Sicuramente è stata l’unica voce, in cui tanti, specie gli indifesi, i dimenticati, i poveri, gli esclusi non avevano nessun altro se non lui come punto di riferimento. Egli ha aperto davvero le porte della Chiesa verso i più bisognosi, verso i poveri. Sono tanti i gesti che hanno messo in discussione molti, anche noi. Ma il Signore se è venuto a portare la pace, non ci può lasciare in pace. Non ci può lasciare in pace la Parola di Dio, il Vangelo, Perciò diciamo anche noi grazie, grazie Santità, grazie papa Francesco. E vogliamo soprattutto fare in modo che il suo messaggio, la sua parola, diventi un solco nella nostra vita, in cui qualche messaggio si deve radicare, deve attecchire nel nostro cuore e deve fruttificare. Il nostro Signore abbia misericordia di quest’uomo che come noi abbia bisogno della misericordia del Signore». Ha sottolineato l’invito incessante che il Papa lanciava a conclusione di ogni intervento a pregare per lui. E infine ha ricordato l’affetto verso don Tonino e l’occasione in cui, incontrandolo, gli ha fatto dono del volume sulla vita e sulle virtù del Venerabile, mostrò grande stima e lo indicò come modello da seguire. Questo pontefice «ci ha insegnato la santità della porta accanto».
La veglia si è conclusa con il canto Ave Maria. Donna dell’attesa, affidando a lei le speranze e la gratitudine per il Santo Padre.
Questa sera, mercoledì 23 aprile, Mons. Cornacchia presiederà la S. Messa in suffragio di papa Francesco alle ore 19, nella Concattedrale di Terlizzi. La celebrazione sarà trasmessa in streaming sui canali diocesani.
Susanna M. de Candia, vicedirettrice