“La fabbrica di Charlie” a Cerignola dà speranza ai giovani

Sono debuttati ufficialmente mercoledì 19 febbraio 2025  il documentario Si Vede e il podcast radiofonico Si Sente realizzati da Telebelluno per il circuito televisivo conCoralloTV e quello radio di Corallo con l’obiettivo di raccontare la realtà della vita e del lavoro nelle varie comunità cattoliche dislocate in ogni angolo del nostro territorio e realizzate (perseguendo quella coralità tanto cara alle stesse comunità) con l’aiuto di numerose emittenti locali che fanno dello stesso circuito: il debutto di Si Vede e Si Sente precede una vasta programmazione utile a raggiungere quante più persone possibili con i due – diversi, ma simili tra loro – programmi.

Fra le realtà presentate, nate grazie ai fondi 8xmille, ce n’è anche una pugliese: Alba De Palo (giornalista di Tele Dehon) ci fa scoprire La Fabbrica di Charlie:

Poco più grande di un bottone da camicia. Colorata, gustosa e soprattutto ripiena di speranza. Perché le caramelle che nascono nella “Fabbrica di Charlie” a Cerignola, in provincia di Foggia, sono speciali. A lavorarle, sono mani che intendono riscattarsi con zucchero e impegno.

“Concretizzano una passione che spero possa essere il mio futuro e quello di tutti i ragazzi che lavorano con me”, spiega con voce emozionata Michele Panebianco. È lui il responsabile del laboratorio della fabbrica realizzata con i fondi dell’8 per mille alla Chiesa cattolica. A volerla è stata la Caritas diocesana da sempre impegnata in opere segno che guardano a un obiettivo preciso: il riscatto. Dei più giovani, dei migranti e della città. Le caramelle lavorate da Michele, Flavius e Martina sotto la supervisione del mastro pasticciere Matteo Perrucci, hanno un nome che per chi ama la musica è un viaggio indietro nel tempo: Frik. Si chiamano così evocando il termine “freak” in voga negli anni Settanta per indicare le persone escluse perché estrose, diverse, o che erano inciampate in qualche errore imperdonabile dal contesto sociale. E la fabbrica è un progetto che guarda a chi oggi è considerato “strano” perché forse è inciampato.

I ragazzi, che lavorano tra dosatori e fornelli, sono stati segnalati dall’Ufficio servizi sociali minori di Bari e la caramella li prende per mano accompagnandoli in un percorso di reinserimento sociale attraverso il lavoro. Michele, 36 anni di Cerignola, armeggia gelatine e zucchero dopo una tremenda malattia che però gli ha aperto una nuova strada lavorativa: in corsia ha conosciuto don Pasquale Cotugno, responsabile diocesana di Caritas Cerignola e di Caritas Puglia. Con lui ha condiviso la stessa patologia e ora il laboratorio in cui sfrutta il suo passato da panificatore. È convinto però, che seguendo i consigli di Tommaso può diventare un buon esperto nella produzione di caramelle.

“Formarli realizza un mio sogno”, spiega Perrucci mentre osserva Flavius e Martina. I due hanno poco meno di 18 anni, e qualche problemino con la giustizia in fase di risoluzione.  Entrambi sono “felici di essere qui” e raccontano che andare a lavoro “è diventato divertente perché con i miei colleghi sto bene”, sussurra lei. Chi lavora nella fabbrica “ha un disagio, è una storia di un’esclusione sociale e alcune volte è vittima di un sistema culturale che non dà loro speranza”, aggiunge don Pasquale.  

La fabbrica di caramelle ha sede nel centro educativo Diorama, gestito dalla cooperativa sociale “Charlie fa surf”, braccio operativo della Caritas diocesana di   Cerignola–Ascoli Satriano, e co-gestore del progetto. “Con le caramelle cerchiamo di favorire l’inclusione di adolescenti che hanno avuto problemi con la giustizia e che possono recuperare il rispetto della legalità”, sottolinea Gaetano Panunzio, presidente della cooperativa “Charlie fa surf”. “Spero che per questi ragazzi sia un’esperienza costruttiva sul piano professionale e personale affinché acquisiscano fiducia in loro stessi”, le parole del vescovo di Cerignola, monsignor Fabio Ciollaro.

Alba De Palo

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