Papa Leone XIV è ormai insediato come Vescovo di Roma dopo la presa di possesso delle Basiliche di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore. Ripercorriamo questo momento cruciale dell’inizio del suo ministero petrino, dando uno sguardo alla settimana in corso, con il racconto della nostra inviata Roberta Carlucci
25 maggio 2025, VI Domenica di Pasqua. Roma si sveglia in un tiepido caldo primaverile e attende il principio di una delle giornate più lunghe dell’inizio di pontificato di Papa Leone XIV, giornata che vedrà l’insediamento definitivo del Sommo Pontefice come Vescovo di Roma.
Regina Coeli
Per Papa Leone, è la prima domenica in cui il Regina Coeli si svolge dalla finestra del Palazzo Apostolico, chiusa ormai da qualche mese, da quando Francesco era stato ricoverato in febbraio al Gemelli. Piazza San Pietro si riempie come raramente accade per questo momento di preghiera. Migliaia di fedeli da tutto il mondo si riversano tra le braccia accoglienti del Colonnato del Bernini, assiepandosi in particolare sul lato destro, quello più vicino alla nota finestra. Il sole è inclemente e picchia sulle teste. In prossimità delle fontane gemelle della piazza, ogni tanto il vento sparge gocce d’acqua dagli zampilli sgorganti, ristorando i fedeli in attesa. Presenti bambini, giovani, adulti e anziani, varietà di popoli e idiomi, bandiere da tante nazioni. E poi anche alcune creature quali cagnolini e, immancabili, i gabbiani che sorvolano la piazza e si abbeverano alle fontane.
Alla riapertura della finestra per esporre il drappo con lo stemma papale, si leva già un grido di esultanza da parte della folla che attende da mesi quel momento. Alle 12 in punto compare Papa Leone e a quel punto dilaga una gioia festante.
Lo stesso saluto del Papa, quel “Cari fratelli e sorelle, buona domenica!” – a cui seguono scroscianti applausi –, appare carico di entusiasmo, quasi a testimoniare sia una sempre maggiore confidenza del pontefice con l’esposizione dovuta al suo ruolo pubblico sia un’acquisita certezza di essere sostenuto nella sua nuova missione dal Popolo di Dio. Leone afferma, infatti, poco dopo “Sono ancora all’inizio del mio ministero in mezzo a voi e desidero anzitutto ringraziarvi per l’affetto che mi state manifestando, mentre vi chiedo di sostenermi con la vostra preghiera e vicinanza”.
Sottolinea che nel Vangelo del giorno Gesù dice che “non dobbiamo guardare alle nostre forze, ma alla misericordia del Signore che ci ha scelti, certi che lo Spirito Santo ci guida e ci insegna ogni cosa”. Quasi a dire che l’amore che il Papa stesso è chiamato a dare e annunciare non è qualcosa che viene da sé ma che gli deriva dal dono dello Spirito. E proprio “con questi sentimenti” afferma che quel momento di preghiera “abbraccia tutti i popoli che soffrono a causa della guerra; invochiamo coraggio e perseveranza per quanti sono impegnati nel dialogo e nella ricerca sincera della pace”. Torna, dunque, l’invocazione del dialogo e della ricerca della pace che ha caratterizzato il pontificato sin dal primo discorso.
Leone ricorda poi il decennale dalla firma dell’Enciclica Laudato si’ da parte di Papa Francesco e attesta la straordinaria diffusione che il documento ha avuto “ispirando innumerevoli iniziative e insegnando a tutti ad ascoltare il duplice grido della Terra e dei poveri”.

L’omaggio al Sindaco e alla Città di Roma
La fitta agenda domenicale di Leone riprende nel primo pomeriggio con l’omaggio al Sindaco On. Roberto Gualtieri e alla Città di Roma. Numerosi i cittadini assiepati sulla scalinata della Basilica di Santa Maria in Ara Coeli per ascoltare le sue parole. Nel saluto il pontefice, forse memore di quello sguardo rivolto all’anello piscatorio nella celebrazione della domenica precedente, sottolinea ancora “la grave ma appassionante responsabilità” che avverte “di servire tutte le membra (della Chiesa), avendo a cuore anzitutto la fede del popolo di Dio, e quindi il bene comune della società”. Dice, rivolgendosi al Sindaco: “Per quest’ultima finalità siamo collaboratori, ciascuno nel proprio ambito istituzionale”. E continua: “Appena dopo l’elezione, ricordavo ai fratelli e alle sorelle convenuti in Piazza San Pietro che sono con loro cristiano e per loro vescovo: a titolo speciale, oggi posso dire che per voi e con voi sono romano!”. Con gioia il pontefice si dichiara cittadino dell’Urbe e loda la sollecitudine con cui l’Amministrazione Capitolina sta assistendo i pellegrini provenienti da ogni parte del mondo per il Giubileo.

San Giovanni in Laterano: l’insediamento sulla Cathedra Romana
Prosegue il pomeriggio di papa Leone con l’inizio del momento più atteso della giornata: l’insediamento sulla Cathedra Romana. Già dalle ore 14, i fedeli si dispongono in fila per entrare nell’Arcibasilica e la coda arriva fino all’Obelisco Lateranense e anche oltre. Dopo le 15, alcuni fotografi si appostano nei pressi del sagrato per attendere l’arrivo in auto del pontefice dal Campidoglio, mentre altri di loro si collocano nella zona predisposta dalla Sala Stampa della Santa Sede nella navata centrale, alla cui destra vi è la navata laterale nella quale viene permessa la permanenza ai redattori selezionati per il pool (tra i quali siamo inclusi anche con la nostra testata, ndr).
L’attacco dell’omelia è subito un omaggio a Francesco, del quale ricorda le parole sulla “dimensione materna della Chiesa e sulle caratteristiche che le sono proprie: la tenerezza, la disponibilità al sacrificio e quella capacità di ascolto che permette non solo di soccorrere, ma spesso di prevenire i bisogni e le attese, prima ancora che siano espresse”. Poi, sottolinea il desiderio di mettersi da subito “in ascolto di tutti, per apprendere, comprendere e decidere insieme: cristiano con voi e Vescovo per voi, come diceva Sant’Agostino (cfr Discorso 340, 1)”.
Riprende poi le parole del Beato Giovanni Paolo I, che il 23 settembre del 1978 salutava così la sua nuova famiglia diocesana: «San Pio X – diceva – entrando patriarca a Venezia, aveva esclamato in San Marco: “Cosa sarebbe di me, Veneziani, se non vi amassi?”. Io dico ai romani qualcosa di simile: posso assicurarvi che vi amo, che desidero solo entrare al vostro servizio e mettere a disposizione di tutti le mie povere forze, quel poco che ho e che sono». E dunque Leone dice: “Anch’io vi esprimo tutto il mio affetto, con il desiderio di condividere con voi, nel cammino comune, gioie e dolori, fatiche e speranze. Anch’io vi offro quel poco che ho e che sono”, citando anche in queste ultime parole il Papa beato.
Al termine della celebrazione, Papa Leone si affaccia sul porticato durante la processione finale e da lì prosegue verso la Loggia Centrale, dalla quale imparte la benedizione alla Città di Roma. Inizia il suo breve discorso con “La pace sia con voi!”, ormai una frase che, oltre a rimandare alle parole di Cristo e della liturgia, riporta sempre il cuore dei fedeli alla prima apparizione del Papa neoeletto avvenuta l’8 maggio scorso dalla Loggia delle Benedizioni in San Pietro. Dalla Loggia Centrale di San Giovanni, Leone riporta il discorso sul tema centrale del Giubileo, la speranza, con la quale invita tutti a vivere la fede, per “essere noi stessi testimonianza che offre la speranza al mondo. Un mondo che soffre tanto, tanto dolore, per le guerre, la violenza, la povertà! Ma a noi cristiani il Signore chiede di essere sempre questa testimonianza viva”. E poi il Vescovo di Roma conclude esortando tutti a camminare insieme, consegnandosi alla sua Diocesi con la frase “Contate sempre su di me, che con voi sono cristiano e per voi Vescovo”.
Terminato il discorso, scende dalla Loggia per portarsi a piedi sul sagrato verso la Papamobile. Da lì, un breve viaggio, per la prima volta sulle strade romane, che si snoda tra due ali di folla per piazza San Giovanni e poi per via Merulana fino a giungere alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore.

Santa Maria Maggiore: la venerazione della «Salus Populi Romani», la visita al sepolcro di Francesco e il saluto dalla Loggia Centrale
Un incastro perfetto di tempi e appuntamenti per questo pomeriggio romano fuori dal territorio vaticano. Questo Papa fa trottare, come anche ha dichiarato qualcuno che lavora negli ambienti vaticani. Agende fitte e giornate lunghe, anche nei week end. E, infatti, anche i redattori e i fotografi, al termine del passaggio della Papamobile da San Giovanni – che aveva bloccato e impedito l’attraversamento pedonale -, si fiondano per via Merulana per raggiungere la Basilica di Santa Maria Maggiore per tempo. La visita di Leone alla Basilica Papale inizia con l’atto di venerazione delle Beata Vergine Maria Salus Populi Romani e prosegue con un breve passaggio (il secondo dall’inizio del pontificato, ndr) dalla tomba di Papa Francesco. Poi il saluto alle persone presenti in Basilica e la salita sulla Loggia Centrale, accompagnato da due Cardinali. Durante il messaggio dalla Loggia, il ringraziamento a questi ultimi e alle tante persone che “sono dedicate ad aiutarci a vivere la nostra vita di preghiera, di devozione, e che soprattutto ci aiutano ad avvicinarci alla Madre di Gesù, alla Madre di Dio, Maria Santissima”. Aggiunge che “è una bellissima opportunità per rinnovare questa devozione a Maria, Salus Popoli Romani, che ha accompagnato tante volte il popolo di Roma nelle sue necessità”. Una volta sceso dalla Loggia, il Papa fa ritorno in Vaticano in auto, seppure qualche fedele resti in attesa sperando in un nuovo passaggio della Papamobile.

Una settimana ricca di appuntamenti
Alla lunghissima VI Domenica di Pasqua, è seguita una settimana altrettanto lunga e articolata.
Martedì 27 maggio papa Leone ha ricevuto in udienza privata il Napoli Calcio, reduce dalla vittoria del suo 4° scudetto e atteso con trepidazione da giornalisti sportivi e non e da alcuni tifosi in divisa azzurra alla Porta del Perugino (ingresso da cui solitamente entrano ospiti illustri in bus o in auto a Città del Vaticano, ndr). Un’occasione propizia per rimarcare l’importanza del gioco di squadra e del ruolo educativo dello sport, soprattutto per gli adolescenti. Leone ha sottolineato come sia necessario “stare bene attenti alla qualità morale dell’esperienza sportiva a livello agonistico, perché c’è di mezzo la crescita umana dei giovani”.
Nell’udienza generale del 28, invece, oltre a proporre un’intensa riflessione sulla figura del buon samaritano, il Papa è tornato a parlare del conflitto russo-ucraino, rinnovando l’appello “a fermare la guerra e a sostenere ogni iniziativa di dialogo e di pace”, e della situazione della Striscia di Gaza. Ai responsabili ha chiesto nuovamente il cessate il fuoco, la liberazione di tutti gli ostaggi e il rispetto integrale del diritto umanitario.
I temi della pace e anche della nonviolenza sono tornati prepotenti nell’Udienza ai Movimenti e alle Associazioni che lo scorso anno hanno dato vita all’ “Arena di Pace” a Verona, tra i quali è presente anche don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e presidente di Libera contro le mafie. Papa Leone ha mostrato apprezzamento per il loro impegno. «Concretamente e “dal basso”, in dialogo con tutti e con la creatività e genialità che nascono dalla cultura della pace, state portando avanti progetti e azioni al servizio concreto delle persone e del bene comune. In questo modo voi generate speranza. […] I ragazzi e i giovani […] hanno bisogno di testimoni di uno stile di vita diverso, nonviolento. Pertanto, […] quando coloro che hanno subito ingiustizia e le vittime della violenza sanno resistere alla tentazione della vendetta, diventano i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace. La nonviolenza come metodo e come stile deve contraddistinguere le nostre decisioni, le nostre relazioni, le nostre azioni”. In queste parole, il ricordo dell’Arena di Pace del 1989 e dell’impegno di don Tonino Bello per la nonviolenza non possono che riaffiorare alla mente. E poi c’è stato il richiamo alla Fratelli tutti, sulla necessità della costruzione del noi. “La fraternità ha bisogno di essere scoperta, amata, sperimentata, annunciata e testimoniata, nella fiduciosa speranza che essa è possibile grazie all’amore di Dio, «riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo» (Rm 5,5)”.

A destra, l’incontro con don Luigi Ciotti, tra i promotori dell’Arena di Pace 2024.
© Vatican Media
La conclusione della settimana viene sancita dall’ordinazione di alcuni sacerdoti della Diocesi di Roma in occasione della Festa della Visitazione, dalla momento di chiusura del mese mariano presso la riproduzione della Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, dalla messa domenicale per il Giubileo delle Famiglie e dal saluto pomeridiano il 1° giugno al passaggio del Giro d’Italia in Vaticano.
Roberta Carlucci