Leggi le letture della Domenica
Il Nostro è un messaggio vero ed è un messaggio di gioia. Il cristianesimo, lo ripetiamo, non è facile, ma è felice.
È felice, non già per le forme esteriori e temporali di cui si riveste la felicità umana, oggi straziata dalle contestazioni che sorgono dal suo stesso cuore, e che ne svelano l’insufficienza, l’insussistenza, l’ingiustizia e la caducità; ma per ragioni invincibili su cui è fondato; ragioni dell’infinita felicità di Dio, che si irradia in amore sul panorama umano e vi semina le sue scintille, segni e richiami ad una superiore pienezza, e che batte alle soglie del cuore umano (cfr. Ap. 3, 20) per un’ineffabile comunione soprannaturale; ragioni di tutta l’economia della. salvezza, che ci è appunto offerta per la liberazione dalle nostre più gravi e per sé inguaribili miserie interiori, i nostri falli; e che ci è comunicata per dare risoluzione positiva a tutte le cose (Rom. 8, 28), anche le più negative, il dolore, la povertà, la fatica, la delusione, la morte.
Non sia vano ricordare, anche in questo momento, che la economia della salvezza, polarizzata verso la città dello spirito oggi, del cielo domani, non paralizza l’economia temporale, che costruisce la città terrena, dove l’uomo viva da uomo, nella vera libertà, nella giustizia sociale, nella ricerca del sapere, nell’operosità del lavoro, nell’equa distribuzione del pane e del benessere, nell’amore onesto ed amico, nell’ordine sempre nuovo e nella pace; in una parola: in quella gioia di vivere, che Cristo stesso ha annunciato, quale sovrabbondante risultato a chi cerca per primo il regno di Dio (cfr. Encicl. Immortale Dei di Leone XIII; e Costit. Gaudium et spes del Concilio Vaticano II).
Ragioni vere, dunque, Fratelli, alle quali oggi dobbiamo testimonianza. Vi ripeteremo con l’Apostolo: «Siate lieti sempre nel Signore; lo ripeto, siate lieti» (Phil. 4, 4). Non più, diremmo, per il nativo bisogno di felicità; non più soltanto per il diritto, che la civiltà progredendo vuole assicurare ad ogni essere umano; ma per dovere altresì, per la gloria di Dio; ed oggi per la celebrazione di questo indescrivibile avvenimento, che tutti ci riguarda e ci avvolge, che è la risurrezione di Cristo.
San Paolo VI, Papa (06.04.1969)