Un giorno di festa ieri 13 novembre per la città di Molfetta, che ha ospitato Patrick Zaki, attivista egiziano per i diritti umani e studente dell’Università di Bologna. A lui è stata consegnata di persona la cittadinanza onoraria, che gli era stata conferita due anni fa mentre scontava la sua pena in carcere, per aver espresso sui social opinioni ritenute inaccettabili dal regime egiziano.
Questa richiesta – un gesto simbolico ma significativo – era stata avanzata da alcune associazioni e realtà molfettesi, sensibilizzate dal gruppo territoriale di Amnesty International. Il 22 marzo 2021, il sindaco Minervini “urlava” per la liberazione del giovane attivista.
In una giornata di sole, ieri 13 novembre, Patrick è giunto in presenza a incontrare la Pubblica Amministrazione, la Rete dei Diritti negati, gruppi di studenti e tutti i cittadini che sono convenuti per questa occasione di festa.
Alcuni consiglieri comunali, nei loro interventi, hanno ribadito la gioia di aver accolto Patrick, la volontà che l’incontro nella mattinata a lui dedicata sia solo il primo di altri, l’importanza di trasmettere alle giovani generazioni il senso della lotta per la libertà e la forte carica simbolica della cittadinanza onoraria, precedentemente conferita anche a don Tonino Bello e Pietro Terracina, sopravvissuto della Shoa.
Roberta Binetti – responsabile del gruppo locale di Amnesty International – ha sottolineato come l’impegno costante delle attiviste e degli attivisti in ogni singola iniziativa, a Molfetta come nel resto d’Italia e non solo, se accolta da tutti coloro che hanno attenzione verso i diritti umani, porta a risultati significativi, come la liberazione di Patrick, definito dall’Associazione un “prigioniero di coscienza”. La sua presenza in Aula Consiliare è la testimonianza che ognuno può fare qualcosa e ha ricordato che in Egitto ci sono ancora 60mila prigionieri per lo stesso “reato” commesso.
Presenti all’incontro pubblico, anche gruppi di studenti del Liceo Artistico “don Tonino Bello”, che hanno consegnato a Patrick e all’Amministrazione dei manufatti da loro realizzati, in segno di buona fortuna e cortesia, in occasione della Giornata mondiale della Gentilezza.
Il Sindaco ha poi concluso ribadendo la necessità di intervenire contro le varie forme di violenza, ricordando il lavoro di quanti hanno combattuto per garantire diritti e libertà e consegnarci gli “anticorpi” della violenza.
Patrick Zaki, con molta emozione e in italiano, ha salutato e ringraziato la città di Molfetta per l’impegno e l’accoglienza, raccontando poi, in inglese, di come il supporto esterno, non visto ma percepito da una cella buia, gli abbia dato forza per continuare. Tantissimi sono stati i post scritti sui social a sostegno della sua liberazione e numerose le lettere che ha ricevuto da parte di studenti, verso cui è profondamente grato. In Italia si sente a casa e da ora lo sarà anche a Molfetta, dove è intervenuto con gioia e con la volontà di testimoniare, la sua intenzione è continuare a sensibilizzare soprattutto i più giovani sull’importanza di tutelare i diritti umani. Perché, come ha specificato, c’è chi attende ancora giustizia come Giulio Regeni.
Con il sorriso e una timidezza mascherata da abbracci e brevi dialoghi in inglese con chi gli si avvicinava, la mattinata si è conclusa presso la Panchina Gialla in Villa Comunale, istituita dalla Rete dei Diritti Negati, proprio a supporto di tutti i prigionieri di coscienza.
Da ieri Molfetta ha un cittadino in più e una responsabilità maggiore verso i principi di solidarietà e pace.
Susanna M. de Candia, vicedirettrice