Ama il Signore Dio tuo…e ama il prossimo tuo come te stesso

In occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, dal 18 al 25 gennaio, proponiamo una riflessione di don Giovanni de Nicolo, pubblicata sul n. 1 di Luce e Vita di domenica 14 gennaio.
In calce, gli appunetamenti che si vivranno in diocesi.

Amare Dio e il prossimo è la base dell’etica e della pratica cristiana. A tale insegnamento si ispira la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2024 (SPUC).

I testi della preghiera sono stati preparati dalle comunità cristiane del Burkina Faso, coordinate dalla comunità locale Chemin Neuf. È Dio, Padre Figlio Spirito Santo, il fondamento dell’amore al prossimo che si può tradurre come amore fraterno, superando la logica dell’amore solo familiare o tribale.
Partendo dall’amore del prossimo è possibile un impegno di ciascuno all’interno di ogni confessione religiosa.

Con le guerre che stanno dilaniando il mondo – come tra Russia e Ucraina, tra Israele e Gaza, tra Sudan e Sud Sudan – e con le altre forme di oppressione omicida – maltrattamento delle donne in Iran, grave crisi di sicurezza in Burkina Faso e di molti paesi – si può parlare e sperare ancora una fraternità universale? Ogni comunità cristiana è chiamata, anzitutto come ha fatto il Papa, a rivolgere l’appello alle parti in guerra: «Gli attacchi e le armi si fermino, per favore, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano a nessuna soluzione ma solo alla morte e alla sofferenza di tanti innocenti».

Il Signore, certo, non vuole che sogniamo solo irenicamente un mondo animato dalla fraternità, ma che ci impegniamo noi stessi «perseverando nel bene, anche quando riceviamo il male, spezzando la spirale della vendetta, disarmando la violenza, smilitarizzando il cuore, riconoscendolo vivo nel prossimo che ci sta accanto, fino a diventare prossimo dell’altro».

La presentazione al sussidio preparato per la SPUC è stata fatta dal Consiglio Regionale delle Chiese Cristiane della Campania (CRCCC).
La sua nascita si colloca all’interno di un’esperienza ecumenica nata nella seconda metà del XX secolo, che ha permesso alle Chiese campane di camminare insieme approfondendo la reciproca conoscenza, affinando i metodi di lavoro, adeguando i linguaggi e soprattutto sviluppando una cooperazione fraterna e sincera. Uno degli esiti di questi itinerari ha portato alla stesura di uno statuto, in dieci brevi articoli, discussi e approvati da ogni singola Chiesa aderente, nel rispetto dei propri ordinamenti, salvaguardando l’identità e l’autonomia di ciascuna.

Segni di speranza nel dialogo ecumenico provengono dal Movimento di Chiara Lubich. Nell’ultimo discorso rivolto alla Curia, il Papa ha ricordato il contributo dei Focolari per la costruzione di una cultura del dialogo per l’unità del genere umano.

Il 15 dicembre u. s., a Bologna, la comunità ebraica, le chiese cristiane e la comunità islamica hanno rivolto insieme un appello per gridare ad alta voce il dolore per il sangue innocente versato e per esprimere dal profondo del cuore il desiderio di pace in alcuni punti programmatici, concludendo che «non ci sono vincitori in guerra. Solo la pace porterà sicurezza».

Testimone e maestro di unità è stato Bartolomeo I nella lectio magistralis tenuta per il conferimento, lo scorso 23 novembre a Napoli, del titolo di dottorato da parte della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Verso la fine della sua relazione ha tratteggiato l’attuale cammino ecumenico di cui egli stesso è stato protagonista.

«Abbiamo voluto avere rapporti non solo di stima, ma di vera e fraterna amicizia con i Primati delle Chiese Cristiane. In modo particolare ricordiamo gli incontri con ben tre papi e che per la prima volta nella storia, un Patriarca Ecumenico è stato presente alla intronizzazione del Vescovo di Roma, Papa Francesco, col quale ci accomuna l’impegno in tantissimi campi. I dialoghi teologici continuano e, anche di fronte alle difficoltà, l’impegno continua imperterrito.
Possiamo dire che la difficoltà del linguaggio teologico sia stato superato con le Antiche Chiese Orientali e ormai il dialogo sia quasi concluso. Con la Chiesa di Roma sono stati affrontati i maggiori temi e soprattutto si è riusciti a concludere la comprensione del ruolo del Vescovo di Roma nel Primo e nel Secondo Millennio. Anche con la chiesa vetero-cattolica e la chiesa anglicana e con le chiese della riforma i dialoghi proseguono e stanno portando ottimi frutti».

don Giovanni de Nicolo, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso

Riportiamo i momenti di preghiera nella nostra diocesi (indicati nella locandina):
giovedì 18 gennaio, ore 19, parr. S. Gennaro (Molfetta): celebrazione Ecumenica con P. Nicola Popadyuc del Patriarcato Ortodosso dell’Ucraina, P. Mihai Driga del patriarcato Ortodosso di Romania, Fra Piergiorgio Taneburgo, docente di Teologia Ecumenica;
lunedì 22 gennaio, ore 19, parr. Immacolata (Giovinazzo): presentazione del tema della Settimana per l’Unità dei Cristiani 2024, con la dott.ssa Porzia Quagliarella, teologa e psicoterapeuta, e Fra Piergiorgio Taneburgo;
martedì 23 gennaio, ore 19, parr. S. Achille (Molfetta): preghiera ecumenica. La via delle chiese in Burkina Faso con don Salvatore de Pascale, parroco presso la comunità dell’Immacolata di Adlefia.