C’è una donna ad Efeso

C’è una donna ad Efeso.
Abita in una casa posta in altura, la si vede da tutta la città. Quella casa è circondata da un giardino verdeggiante e rigoglioso, dove sbocciano fiori tutti i mesi dell’anno. Il loro colore e il loro profumo inebriano chi vi passa e lasciano pensare al giardino della creazione, al paradiso terrestre, alla bellezza delle origini.
Lì, tra i rami dei cedri e le fessure delle pietre della casa trovano posto nidi carichi di vita nascente, alveari pronti a seminare dolcezza. Il canto degli usignoli e il volo armonico degli uccelli rendono quel luogo una festa con dolci musiche e danze aeree.

C’è una donna ad Efeso.
È bella e, nonostante la sua età, resta sempre giovane. Nemmeno una ruga sul suo volto, nemmeno un cenno di stanchezza nei suoi occhi. Sempre dolce e sorridente, pacata e carica di tenerezza. Sembra essere figlia di tutti ma, al tempo stesso, tutti la sentono essere proprio la loro madre.

C’è una donna ad Efeso.
Porta con sé una storia unica, speciale, divina! Ha avuto un Figlio, ma le modalità di concepimento sono state davvero fuori dal comune. Quel Figlio è Figlio di Dio e lei, con totale disponibilità, è stata riempita dello Spirito di Dio, che dà la vita. Unita ad un ragazzo giusto e silenzioso, Giuseppe, ha vissuto la maternità davvero come un dono di grazia, consapevole di essere stata chiamata ad una missione di amore.

C’è una donna ad Efeso.
La sua vita è stata come il manto che porta sempre sul capo, un intreccio di fili blu notte e di fili d’oro brillante. Ha dovuto non solo assistere passivamente, ma accettare attivamente che quel suo Figlio andasse incontro alla discriminazione, alla violenza, ad un ingiusto processo, alle offese e alle percosse, andasse incontro alla morte. Ma, altrettanto attivamente ha vissuto l’esplosione di vita che ha portato fuori dal sepolcro il suo Figlio, la Sua Resurrezione. Ha creduto alla promessa di Dio, ed è stata Beata nel vederla realizzata. La sofferenza che, come il blu della notte, ha rivestito la sua anima, è stata ricamata con la gioia che, come fili d’oro, ha reso splendente e preziosa in eterno la sua esperienza di Madre.

C’è una donna ad Efeso.
Ogni giorno la si sente cantare con una armonia celestiale. Intona il salterio e loda con la sua voce dolce il Signore. Lo ringrazia e lo loda sempre e, a chiunque la vada a trovare, insegna una delle sue melodie preferite, il Magnificat. Tutti in città lo sanno, è diventato quasi quasi l’inno di tutti coloro che hanno creduto all’annuncio della Resurrezione.

C’è una donna ad Efeso.
La si vede andare a bussare ad alcune porte. Ha la capacità di percepire dove c’è bisogno di lei. Entra in casa e cerca di mettersi in aiuto di chi trova bisognoso, sofferente, solo, disperato. Semina tanta compagnia e tanta grazia, dona un sorriso e un ausilio grande a molti. In un giorno riesce a visitare più persone e ad ascoltare i bisogni di tanti. Lei dice di riferirli al Suo Figlio, perché possa essere lui a trasformare la storia degli uomini in storia di Dio.

C’è una donna ad Efeso.
Sono tanti gli episodi che racconta della vita del suo Figlio, dalla sua bocca esce Vangelo, le sue memorie sono la storia della Salvezza. Parla con voce pacata, ma la si riesce ad ascoltare ovunque, usa un linguaggio semplice ma colpisce i cuori di tutti.

C’è una donna ad Efeso.
Si chiama Maria. La sua vita profuma di cielo, la sua voce canta con gli angeli, il suo cuore batte in sintonia con la Trinità.

don Giuseppe Germinario, direttore