Una serata di testimonianze e riflessioni sul lavoro per la partecipazione e la democrazia, parrocchia S. Giacomo (Ruvo)

Lo scorso 30 aprile, presso lo spazio di PIANO TERRA, un luogo dove “fioriscono talenti”, si è tenuto l’incontro dal titolo Verso il 1°Maggio. Il lavoro per la partecipazione e la democrazia, promosso dal Settore Adulti di AC della parrocchia San Giacomo, in Ruvo, per riflettere sul lavoro, a partire dal messaggio dei Vescovi in vista della 50ª Settimana Sociale dei cattolici in Italia.

Il Primo Maggio è una festa che viene da lontano e che guarda al futuro, che commemora i lavoratori che hanno lottato e perso la vita per la conquista dei diritti dei lavoratori, in un percorso che continua ancora oggi e che si proietta nell’avvenire. Un giorno della memoria, dunque, ma anche un giorno dell’attualità, perché profondamente vero, ogni giorno, è l’art. 1 della Costituzione che recita «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro»: la cosa pubblica è frutto del lavoro di uomini e di donne che hanno contribuito e continuano ogni giorno a costruire un Paese democratico.

Il messaggio dei vescovi Il lavoro per la partecipazione e la democrazia esprime questo medesimo concetto della costruzione partecipata del bene comune: ognuno partecipa con il proprio lavoro alla grande opera divina del prendersi cura dell’umanità e del Creato. Lavorare quindi non è solo un “fare qualcosa”, ma è sempre agire “con” e “per” gli altri. Il lavoro, come afferma papa Francesco, dà “a tutti la possibilità di far germogliare i semi che Dio ha posto in ciascuno, le sue capacità, la sua iniziativa, le sue forze” e per questo “non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro”. Tuttavia, senza il riconoscimento dell’altissima dignità del lavoro non è possibile costruire una democrazia economica sostanziale. In quest’ottica i vescovi individuano diversi attori fondamentali il cui ruolo è determinante nella definizione del lavoro così inteso.

L’incontro ha perciò riunito intorno ad un tavolo diversi attori, nell’intento di mettere insieme le voci delle istituzioni, degli imprenditori, dei lavoratori e della Chiesa.

Monica Montaruli, consigliera comunale e precedentemente assessora al welfare del Comune di Ruvo, ha spiegato come per assicurare condizioni di lavoro dignitoso per tutti sia fondamentale assicurare la legalità. Per questo è ipotizzabile progettare percorsi di approfondimento della legalità a tutti i livelli della formazione. Pur essendo materia non direttamente di pertinenza di un’amministrazione comunale, il lavoro è e deve essere un’attenzione cui riservare massimo impegno in termini formativi e di promozione di sensibilità e di opportunità da mettere in circolo, come accaduto per diverse esperienze vissute negli ultimi anni in città.

Bartolo Paparella è il fondatore di Crea 3D, una società strutturata che è nata nel 2013 come start up. Da un’idea nata nel garage di casa a un’azienda di 23 dipendenti, pluripremiata per il fatturato e l’innovazione nell’ambito della stampa 3D applicata per svariate esigenze di avanzata tecnologia. Bartolo ha raccontato di come abbia posto al centro della sua impresa il concetto di partecipazione e corresponsabilità, di formazione e parità di genere. Ha raccontato della sua consapevolezza di avere una grande responsabilità nel generare occupazione e della sua volontà di creare un ambiente lavorativo in cui i lavoratori possano crescere professionalmente e umanamente.

Luca Cappelluti, chef, è il referente di Piano terra un “luogo dove fioriscono talenti”, un progetto in cui molti ragazzi fanno esperienza di impresa formativa, che trova forma in un ristorante didattico ubicato alla periferia di Ruvo. È, questa, un’esperienza sperimentale che pone al centro i futuri lavoratori, in un’ottica che vede il lavoro come strumento attraverso il quale esprimere le proprie capacità e talenti. Ci ha raccontato della corresponsabilità dei ragazzi nel costruire l’impresa e ha posto anche l’accento sulla responsabilità della società, e nello specifico dei consumatori, che devono valorizzare e dare il giusto riconoscimento al lavoro locale.

E la Chiesa? Gli animatori del Progetto Policoro diocesano si sono resi presenti con un messaggio in cui hanno racchiuso la finalità del progetto e gli impegni attuati e in attuazione a disposizione dei giovani, per presentare opportunità di finanziamento regionali, nazionali ed internazionali per fare impresa.

Una serata molto densa su un tema di spiccata laicità, in un territorio contrassegnato dagli insediamenti artigianali e industriali – qual è quello della parrocchia San Giacomo – su cui, come detto nei saluti introduttivi dal presidente parrocchiale di AC, Vito Lamonarca, e dal parroco don Gaetano Bizzoco, la parrocchia deve rendersi sempre più presente come animazione culturale e sociale.

Raffaella Di Terlizzi e Luigi Sparapano