Domenica 1° ottobre: disobbedienza e pentimento

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In questa XXVI domenica del Tempo Ordinario la Parola di Dio propone, tanto nel Vangelo (Mt 21,28-32) quanto nella prima lettura, tratta dal profeta Ezechiele (Ez 18,25-28), due strade di vita davanti al Signore. In Ezechiele è descritta la condotta del giusto che cade nel peccato e del peccatore che si pente: viene esaltato il secondo e giustamente rimproverato il primo.

Questo non perché il Signore non ricorda il bene compiuto, ma perché nessuno può ritenersi giusto senza bisogno di conversione, poiché in tal modo potrà ritenere di non aver più bisogno di migliorare nell’ascolto del Signore, ma il salmo responsoriale ricorda che solo chi persevera in tale ascolto cammina su una via retta: Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta.

Nel Vangelo Gesù pone un caso ai saggi di Israele, quello di un figlio che a parole disobbedisce a suo padre ma poi in segreto fa il suo volere, e di un altro figlio che a parole obbedisce ma nei fatti si disinteressa del volere del padre. I saggi di Israele, sacerdoti e capi del popolo, riescono subito a rispondere in maniera corretta alla domanda di Gesù, chi dei due ha compiuto la volontà del padre? indicando il primo figlio, ma non riescono a comprendere che il Signore sta parlando di loro, che pur conoscendo la Legge di Israele la applicano solo in maniera formale, ritenendosi così giusti. Il ritenersi nel giusto, senza mettere in discussione se stessi davanti alla parola di conversione del Battista, rivela che non sentono il bisogno di essere salvati da Dio. Ma chi può salvarsi da solo, senza Dio? Senza riconoscere il suo volto nel Cristo che umiliò se stesso facendosi obbediente, per noi e per la nostra salvezza, fino alla morte e ad una morte di croce (Fil 2,8)? Pubblicani e prostitute hanno ascoltato l’invito alla conversione, e trovandosi miseri e poveri in spirito, hanno seguito il Signore. Chi può sentirsi ricco davanti al Signore? Egli guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via (Sal 25, 9).

don Marco Cantatore, diacono

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