Domenica 19 novembre: talenti e fedeltà

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Giunge ormai al termine della sua corsa l’anno liturgico, che la prossima domenica, in cui si celebrerà la solennità di Cristo Re, si concluderà nella contemplazione del Regno di Dio che è e che viene. In questa domenica è evidente la necessità di tracciare un bilancio del nostro essere operai nella vigna del Signore: viene chiesto conto della produttività della nostra fede, della nostra vita, in termini di carità.

Attento deve essere l’ascolto all’invito forte e sincero di Paolo ai Tessalonicesi, nella seconda lettura: Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri (1Ts 5,6).
La vita in Cristo non è sinonimo di un’esistenza tranquilla o pigra, questo è chiaro dalla pericope evangelica che viene proposta, ovvero la parabola dei talenti. A ciascuno viene dato secondo le capacità e secondo le necessità e, allo stesso tempo, a partire dai doni ricevuti, è chiesto di investire, di costruire a partire da quei doni.

Nessuno nasce privo di doni, privo di “talenti”; ciascuno ha il suo, o i suoi, spesso dimenticati o semplicemente non investiti perché non riconosciuti come tali o per semplice pigrizia.
Ma l’invito del Signore è chiaro: non si lasci nulla di intentato per far fiorire la vita!
È responsabilità di ogni uomo e di ogni donna di buona volontà investire i suoi doni per edificare nell’oggi il Regno di Dio: se è vero che il suo avvento non dipende da questo impegno, esso è l’unico modo perché la vita della Chiesa, promessa e immagine del Regno, possa risplendere come luce, come città sul monte, come sale della terra.

Il più grande dei doni ricevuti è quello della Salvezza che il Signore ci ha donato con la sua Pasqua di morte e risurrezione, di cui ogni domenica è memoriale. Anche questo dono però va investito, va vissuto, va fatto fiorire nella vita. La salvezza è data in dono a tutti, ma quali sono i frutti nella vita di ciascuno? Questa fine d’anno liturgico, immagine dei tempi ultimi, aiuti a riflettere sui frutti della nostra vita innestata a Cristo.

don Marco L. Cantatore, diacono