III Domenica di Pasqua: convertirsi e credere oltre i segni

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Nelle domeniche del Tempo di Pasqua ascoltiamo nel Vangelo la bella notizia del Risorto che appare ai discepoli ancora increduli e sconvolti, perché credono di vedere un fantasma!
Il Signore Gesù non li rimprovera ma li invita all’evidenza: «guardate le mie mani e i miei piedi, sono proprio io, un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho».

Per convincere ancora meglio disse: «avete qui qualcosa da mangiare?» Come succede, ci riconosciamo alla condivisione del pasto, era già capitato ai discepoli di Emmaus che l’avevano riconosciuto allo spezzare del pane.

Gli offrono una porzione di pesce arrostito. Tra i simboli delle catacombe di Roma troviamo spesso dipinto un pesce, perché in greco ἰχθῦς è l’anagramma di Cristo figlio di Dio Salvatore del mondo. Il risorto non si limita a mangiare insieme ai discepoli, ma apre loro la mente a comprendere le Scritture, cominciando dalla sua Passione Morte e Risurrezione, predicando la conversione e il perdono dei peccati, da Gerusalemme fino agli estremi confini della terra.

Gli Atti degli Apostoli, infatti, riportano una lettera dell’apostolo Pietro con riferimenti espliciti al popolo dei Giudei: Dio dei padri nostri ha glorificato Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato, avete graziato un assassino e avete ucciso un giusto, ma Dio lo ha risuscitato.

A questo indicativo dommatico della fede nel Risorto segue l’imperativo morale: convertitevi e cambiate vita. Non solo la Quaresima ci invita alla conversione ma anche il Tempo di Pasqua! All’epoca di San Francesco d’Assisi, nel 1200, esisteva il Movimento dell’Alleluia, che proclamava la fede in Cristo Gesù con l’invito alla gioia della Pasqua, cantando Alleluia! nelle strade e nelle piazze.

Mi sembra necessario recuperare questo movimento alleluiatico in questo tempo segnato da tante lacrime e pochi sorrisi.

padre Roberto Francavilla